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Denim Mason's Uomo Donna

Denim Mason's Uomo Donna

Il denim non ha mai avuto bisogno di presentazioni, ed è forse questo il suo limite. Troppo diffuso per essere elegante, troppo carico di nostalgie per sembrare nuovo. È stato la divisa dei minatori, l’uniforme della controcultura, il feticcio delle star del rock. Un tessuto onnipresente che raramente ha preteso credibilità sartoriale.

La collezione Mason’s FW25 affronta proprio questa stanchezza d’immagine. Non propone l’ennesimo jeans “facile”, ma un denim che si misura con la disciplina del taglio, con tessuti tecnici e lavaggi controllati, con dettagli che lo sollevano dal consumo rapido. Uomo e donna, qui, indossano non un capo universale ma un pantalone che chiede di essere guardato come un classico.

Origini e storia del denim

Il denim nasce nell’Ottocento come tessuto da lavoro: una tela robusta, indaco resistente, pensata per chi viveva di fatica più che di estetica. I Levi’s dei pionieri americani o le tele francesi di Nîmes raccontavano la stessa funzione: durevolezza, non stile. Nel Novecento il jeans diventa un simbolo diverso a ogni generazione: la ribellione dei ragazzi degli anni ’50, l’icona pop del rock, il capo uniforme di massa negli anni ’90. Un tessuto che non ha mai smesso di essere usato, ma che di rado è stato considerato sofisticato.

La collezione Mason’s FW25 raccoglie questa eredità contraddittoria e la spinge altrove: non nostalgia, non revival, ma un denim ripensato come materia sartoriale. È qui che il jeans smette di essere leggenda e torna a essere progetto.

Denim uomo FW25: modelli, tessuti e fit

Per Mason’s il denim non è un richiamo alla tradizione, ma un banco di prova. L’Harris, 5 tasche in regular e slim fit, rimane il punto fermo: tre lavaggi blu, dal più intenso al più chiaro, costruiti in denim con memory elastan che non cede né si deforma. È un jeans che mantiene la linea, non che la rincorre.

Denim stretch da uomo modello Harris 5 tasche slim fit

La novità è il New York in denim stretch. Nato come chino, viene traslato sul tessuto più popolare al mondo. Non diventa un 5 tasche mascherato, ma un pantalone sartoriale che assume la disciplina del denim: regular fit, una o due pinces che definiscono la struttura e spostano il jeans su un terreno diverso, meno convenzionale e più preciso.

Pantalone chino denim stretch da uomo modello New York Time 1 Pinces regular fit

Chiude la proposta il Tecno-Denim, capace di conservare elasticità e compattezza nel tempo. All’interno, la stampa camouflage ripresa su salpa e foulard non è decorazione ma segno identitario, codice discreto che rende ogni capo riconoscibile.

Il messaggio è chiaro: non un denim di consumo, ma un pantalone che chiede la stessa attenzione di un classico in lana o velluto.

Denim donna FW25: modelli, tessuti e fit

Il denim femminile Mason’s parte da una scelta precisa: abbandonare il classico 5 tasche e reinterpretarlo come chino. La collezione FW25 utilizza il denim raw, grezzo e non lavato, per valorizzare la materia e restituirle un carattere sartoriale. Non un jeans da abitudine, ma un pantalone costruito con la stessa disciplina di un capo elegante.

I modelli si muovono lungo registri diversi. Il Dallas Wide, cargo effetto denim con tasche fatigue e work, unisce ispirazione utility e fit ampio, dimostrando che il denim può reggere anche proporzioni generose. Il New York Studio, chino wide leg in denim morbido, lavora sull’idea opposta: una silhouette elegante con orlo riportato e taglio netto. Il New York Carrot, in denim pregiato, interpreta invece la comodità come equilibrio, con una vestibilità che restringe senza perdere volume.

Pantalone chino in denim stretch da donna modello New York Studio wide leg

Accanto a loro, due modelli più aderenti: l’Olivia, slim fit con fondo a trombetta sfrangiato, introduce un dettaglio di tendenza che non snatura la linea; l’Agnes, slim fit in denim stretch, punta invece su versatilità e comfort quotidiano.

Il risultato non è una somma di varianti, ma un discorso unitario: per Mason’s il denim donna FW25 è un terreno sartoriale, capace di oscillare tra rigore e modernità senza cadere nel cliché del jeans stagionale.

Oltre il mito del jeans 

Il denim ha vissuto troppo a lungo di cliché: ribellione giovanile, icona pop, divisa di massa. La collezione Mason’s FW25 lo strappa a questa retorica e lo riporta al suo peso reale: un tessuto che può reggere la precisione del taglio e la disciplina della forma.

Il punto è chiaro: il denim Mason’s non chiede indulgenza perché “è solo un jeans”. Pretende di essere guardato con la stessa serietà di un capo sartoriale.

FAQ – Denim Mason’s

Qual è la differenza tra jeans e denim?

Il denim è il tessuto: una tela di cotone robusta, tinto in indaco e con trama diagonale. I jeans sono il capo costruito con quel tessuto, di solito in versione 5 tasche. Mason’s parte da qui per reinterpretarlo in chiave sartoriale.

Che cosa è il denim?

È nato nell’Ottocento come materiale da lavoro, resistente e funzionale. Con Mason’s FW25 diventa materia nobile: lavaggi controllati, varianti raw, inserti tecnici che lo spostano dal consumo rapido alla costruzione sartoriale.

Come vestono i jeans Mason’s?

Le vestibilità variano: slim ed extra slim per linee più affilate, regular e carrot per un equilibrio di volumi, wide leg per un approccio più architettonico. Ogni fit è pensato come scelta estetica, non come adattamento generico.

I jeans Mason’s perdono elasticità?

No. I tessuti con memory elastan e il Tecno-Denim sono studiati per mantenere forma ed elasticità nel tempo. Non cedono dopo pochi utilizzi: restano compatti e stabili, anche dopo lavaggi ripetuti.

Come si chiamano i jeans che vanno di moda adesso?

Dopo anni di skinny, dominano i carrot e i wide leg, insieme ai modelli straight. Mason’s li interpreta con il New York Carrot, il Dallas Wide e i chino in denim: non un trend passeggero, ma proporzioni che hanno peso sartoriale.