Gli anni Cinquanta, l'Italia, una sartoria toscana: questi gli elementi che hanno dato vita al brand Mason's.
La famiglia Martini ha nella sua storia una lunga tradizione sartoriale, che prende avvio nel laboratorio del nonno Vilmo a Carrara, stimato creatore di modelli in quella zona d'Italia fra Liguria e Toscana, dove terra e mare si confondono, creando panorami dagli scorci unici.
MASON’S nasce nel 1974, da un viaggio in Sud America intrapreso dal fondatore Giorgio Martini, e da una serie di capi appartenuti ai militari dell’esercito di liberazione colombiano. Questi sono gli ingredienti che hanno dato vita ai primi abiti della prima collezione. Al centro della ricerca stilistica della famiglia Martini ieri come oggi, lo sviluppo di un guardaroba resistente ed essenziale.
Nel corso degli anni il brand si è evoluto, grazie al contributo dei fratelli Nicola, Vilmo e Giuseppe Martini, creando un prodotto che è frutto di ricerca e innovazione, senza mai abbandonare la propria tradizione, e soprattutto continuando a credere nelle proprie origini. Alcuni tessuti sono e rimarranno nel DNA di Mason’s, punto di riferimento in ogni campionario, affiancandosi ad altri più all'avanguardia, prodotto di una continua ricerca.
Lo stile Mason's coniuga ricercatezza stilistica con rigore funzionale: vestire Mason's significa assimilare un codice sartoriale che strizza l'occhio alla tradizione manifatturiera italiana più preziosa, ma che allo stesso tempo si appropria delle moderne tecnologie per creare prodotti innovativi.
I punti di forza di Mason’s sono: la continua ricerca fatta dal team dell’ufficio stile, la sperimentazione sui materiali e sui trattamenti e la passione di tutti coloro che contribuiscono alla realizzazione di un prodotto.
Oggi il brand Mason’s è distribuito nelle migliori boutique multimarca e department stores in Italia e nel mondo, apprezzato da diversi attori Hollywoodiani.
L’obiettivo della famiglia Martini per il futuro è quello di coniugare sartorialità , design contemporaneo e ricerca sui materiali, per un’estetica al servizio della funzione e per il vestire “democratico”.